question gender – fight back!

mostraIl 27 ottobre a XM24 abbiamo costruito una giornata  per aprire un discorso sul Genere e sulla violenza di genere, considerando la nuova legge approvata qualche settimana fa che inserisce il femminicidio all’interno di un disegno di legge chiamato disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonchè in tema di protezione civile e di commissariamento delle province.

Questo testo, a grandi linee, prevede infatti: misure restrittive sullo stalking, facendolo passare come un evento speciale quando è invece purtroppo una prassi; pone l’accento sulla violenza domestica; prevede la possibilità di concedere un permesso di soggiorno per vittime straniere di violenza SOLO ed esclusivamente per quelle donne non di cittadinanza italiana che corrono un rischio serio e attuale per la loro incolumità (quindi, non per tutte le altre…). All’interno di questa legge sono state infilate tutta una serie di norme che con il femminicidio non c’entrano proprio niente, e che invece potranno essere utilizzate per andare ad attaccare e reprimere altre realtà di lotta territoriale (prime fra tutte, noi NoTav).

Il femminicidio ci viene qui proposto come  fenomeno emergenziale e per l’ennesima volta la difesa del corpo della donna diventa il discorso che il potere adotta per legittimare l’introduzione di nuove norme di segno repressivo, così come in passato è stato strumento di legittimazione di guerre o di attacco a fantomatiche altre culture in cui la donna è sottomessa.

Figlie Femmine, aprono la giornata leggendo questo volantino del marzo del 2009 scritto dall’ASSEMBLEA CITTADINA DI DONNE E LESBICHE (BOLOGNA).

La violenza sulle donne è la 1° causa di morte e di invalidità permanente
per le donne fra i 14 ed i 66 anni in Europa, ciò nonostante siamo convinte che la violenza non sia il nostro destino. Per questo vogliamo combatterla alle radici prima che si manifesti, nelle strade ma soprattutto nelle case dove ha la sua espressione più continuativa e massiccia e con l’aiuto della scuola luogo di formazione per tutte e tutti. Denunciamo l’uso e l’abuso del corpo della donna
sempre esposto, disponibile e lascivo, tanto nei media quanto nella
pubblicità che genera la “cultura” dello stupro. Quello che prima era silenzio sulle violenze ora che con l’aumento delle denunce non può più essere tale, diventa strumentalizzazione. Tutti parlano e barattano interessi politici sui nostri corpi.

telaiCon il collettivo Queens of Chaos  abbiamo esplorato diversi immaginari (come scritte sui muri e grafiche diffuse nei social network) creati, proposti e condivisi per mettere in critica una serie di comportamenti ed azioni che derivano dai “ruoli di genere” e dall’etero.normatività. Sono immagini che aprono a quei mondi che spesso non vengono realmente esplorati ma solo giudicati, banalizzati e spesso repressi sulla base delle norme convenzionali che regolano e disciplinano i rapporti e le relazione (delle persone tra loro e delle persone con loro stesse) nella società patriarcale.

Alla base dellatoppe1 violenza sulle donne sta la cultura dello stupro, il machismo, la deresponsabilizzazione delle società dominante che inneggia a gonne più lunghe piuttosto che a educare al rispetto della libertà e del corpo altrui, rappresentando le donne nei suoi media come bambole, oggetti in mostra che rendono più bello lo scenario.

E da questo arriva l’esigenza di riproporre il discorso, con il rischio di essere “pallose”, per urlare che il discorso non è chiuso, che il femminismo non è una cosa da vetero-settantottine ma è una lotta giornaliera, che parte prima di tutto da noi stesse e da noi stessi.IMG_9211

Abbiamo scrittowriting sul muro di Xm24 END RAPE CULTURE. UNLEARN SEXISM. QUESTION GENDER. FIGHT BACK! e attacchinato poster per ricordare a tutt* che certe questioni vanno affrontate.

La “desacralizzazione della brava moglie”, serigrafando     immagini e frasi che parlano di emancipazione femminile su un testo di inizio 1900, intitolato Libro per le giovinette, una guida a come gestire la casa e il rapporto con marito e figli. Autorità e disciplina su se stesse e sui figli. Col marito “meglio star zitte e sopportare”.  Diamanda Galas, l’avrebbe forse ingoiato intero.

diamanda